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martedì 17 maggio 2016

Il teorema della crescita infinita: PIL reale, inflazione e PIL nominale

Buongiorno amici lettori,

dopo un po' di assenza oggi mi sento ispirato a dibattere un po' con voi, nuovamente, di temi economici. Scriverò diversi capitoli, sul tema della ricchezza prodotta e sulla crescita, che alcuni pretendono possa essere infinita.

Per parlare di ricchezza e crescita, non si può non parlare di PIL (Prodotto Interno Lordo).

Vi suggerisco a riguardo questo articolo, secondo me molto semplice ed esplicativo.

Vediamo in particolare che esistono più tipologie di PIL (interno, destagionalizzato, ecc...). In questo mio post vorrei parlare in particolare di PIL reale e PIL nominale.

Il PIL reale, come si evince, è la ricchezza prodotta, in termini di beni, ore di lavoro, servizi erogati ecc. La quantità di quello che viene costruito, venduto, prodotto, supponendo di vivere in un mondo dove i prezzi restano sempre invariati.

Immaginiamo semplicemente una fabbrica di auto e le auto che produce: produce, attenzione! Non vende, perché quella è un'altra cosa.

Anno - Auto prodotte
2010 - 1000
2011 - 1010 (+1.00%)
2012 - 1020 (+0.99%)
2013 - 1020 (0%)
2014 - 1010 (-0.98%)
2015 - 1005 (-0.49%)

Vediamo chiaramente un periodo di crescita, seguito da un periodo di recessione. Poco importa che comunque nel 2015 ho prodotto più auto che ne 2010. Per l'economia del capitale attuale, è importante che il numero di auto prodotte continui a crescere.

Ora però aggiungiamo un dato. Il numero di auto vendute e a quale prezzo.

Anno - Auto prodotte   -   Auto vendute - Prezzo - Totale incassato - Valore Auto totale
2010 - 1000                     1000                10       - 10.000                 1000 x 10 = 10.000
2011 - 1010 (+1.00%) -   1010                11       - 11.110                  1010 x 11 = 11.110 (+11,1%)
2012 - 1020 (+0.99%) -   1015                12       - 12.180                 1020 x 12 = 12.240 (+10,17%)
2013 - 1020 (0%)        -   1000                11       - 11.000                  1020 x 11 = 11.220 (-8,33%)
2014 - 1010 (-1.01%)  -   1000                10       -10.000                  1010 x 10 = 10.100  (-9,98%)
2015 - 1005 (-1.00%)  -   1000                 9        - 9.000                   1005 x   9 =  9.045   (-10.45%)

E' uno scenario ipotetico, ovviamente, ma realistico.
Nel primo e secondo anno, la fabbrica vende tutte le sue automobili. Ne produce di più, ma lo stesso riesce a venderle. Il mercato è in espansione e quando c'è molta domanda, rispetto all'offerta, anche i prezzi salgono. E' l'inflazione. Ad esempio, tra il 2010 e il 2011 vediamo che l'inflazione è salita dell'10%! (da 10 a 11).

L'inflazione va a sommarsi al PIL reale (al numero di auto prodotte, nel nostro esempio), tanto che la crescita acquisita finale, il PIL nominale, risulta più alto. Ben 11.1%! Una crescita da far paura alla Cina dei tempi migliori. Anche nel 2012, ho una crescita importante, ben il 9... %!

Però nel 2012 accade qualcosa: ho prodotto e venduto più auto che nel 2011, le ho vendute ad un prezzo più alto, ma non le ho vendute tutte. Ho quindi un avanzo di 5 auto non vendute.
Per porre rimedio, la fabbrica opta per l'opzione più semplice: abbassa il prezzo. Introduco una "deflazione".

Ora, in una situazione di mercato in crescita, questo può essere vincente: la fabbrica venderebbe molte più auto, e quindi la crescita si mantiene. Supponiamo però che ci sia la crisi. Le banche non prestano soldi, le tasse sono alte ecc. Ecco che, nonostante il prezzo sia più basso, il numero di auto vendute scende ancora. A 1000. Il PIL reale (auto prodotte) non è sceso. Ma siccome le auto valgono meno, a causa della deflazione, il PIL nominale (reale + inflazione), crolla a -8,...%!!

E così via, in recessione. L'anno successivo produco meno pezzi, perché non riesco a venderli: lascio a casa degli operai, cassa integrazione, ecc, proseguendo quindi la spirale negativa.l

Questo fa vedere quanto l'inflazione influisca sul PIL nominale. Se ad esempio, grazie a degli incentivi statali, riesco a mantenere aperta la fabbrica e riesco a produrre comunque tante auto, se il mercato non è in grado di acquistarle, potrei avere per assurdo una crescita del PIL reale (produco più auto), ma siccome queste non vengono vendute, il prezzo crolla e quindi avrei una deflazione.

Il PIL nominale potrebbe quindi essere comunque negativo.

E' proprio quello che sta accadendo in questi giorni. Particolari condizioni hanno permesso al PIL di aumentare, dello 0.3%... ma l'inflazione è negativa (deflazione), a -0.5%. Il PIL nominale è quindi negativo. Produco più beni, ma valgono di meno, perché non riesco a venderli.

Ora, siccome la nostra economia è basata su due paradigmi, crescita e debito, se una viene a mancare resta solo l'altra. Se manca la crescita, resta solo il debito: guarda un po', quello che accade proprio in questo periodo.

E sono state pensate molte ricette, per far vendere di più, per far comprare di più e far salire i prezzi. Ma di questo parleremo in un altro capitolo...

Attendo le vostre domande e considerazioni, correzioni e suggerimenti.
Buona crescita a tutti

 

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