Pagine

mercoledì 18 dicembre 2019

Angeli e Demoni: il sogno

Ho fatto un sogno.
Ero con molte altre persone in una grande sala / grotta, chiusa da grandi porte di legno e da pareti rocciose.

Era una festa di tipo pagano, in cui alcuni ragazzi incappucciati si divertivano a fare riti per scherzo.

Lo scherzo però ha un effetto: viene fatto un rito contro una ragazza e immediatamente le luci della sala si abbassano. Scoppia il panico tra tutti, qualcuno grida "Che avete fatto?!"

Le porte vengono scosse da colpi e iniziano ad aprirsi. Artigli di fumo rosso si fanno largo in esse, mostri di fumo rosso. Io afferro un legno a mo di spada e colpisco il fumo rosso, respingendolo, più e più volte, poi protendo le mani verso un mostro di fumo e grido "Sparisci!". Con un verso il mostro esplode, gli altri fuggono.

Non posso cantare vittoria, perché voltandomi mi trovo davanti la ragazza colpita dal rito: è posseduta da un Demone e ha un volto da scheletro e grandi corna. È tutta nera.

Istintivamente la afferro per il collo con una mano e la mia presa, con mio stupore, ha effetto solo sul Demone e non sulla ragazza posseduta. Sposto di peso lo spirito maligno, liberando la ragazza e dico al Demone: "Sono molto più potente dell'ultima volta!" e così dicendo lo scaravento lontano, in mezzo a pietre aguzze.

Il mostro è però vivo e vegeto e si rialza, ma io gli vado incontro trasformato. Mi sono uscite delle ali da Angelo e ho una grande spada tra le mani. So che il Demone è immortale, ma lo colpisco ugualmente con la spada, staccandogli un braccio.

"Io tornerò!" urla lui minaccioso, dissolvendosi.

"E io sarò quí ad attenderti!" rispondo io.

-------

È decisamente uno dei sogni più strani e inquietanti che io abbia mai fatto...

lunedì 2 dicembre 2019

Treni in ritardo? Parliamo di priorità

Ho letto con un certo disappunto la lettera che la consigliera Minelli ha inviato ad Aostasera e perciò non posso esimermi dall'inviare alcune considerazioni.

Partirò proprio dalla metafora utilizzata dalla consigliera: "Scendere da un treno che è in ritardo non permette di arrivare a destinazione". Una metafora quanto meno amara, per chi, pendolare come me, con i ritardi dei treni ha a che fare ogni giorno. Ci si vanta di una legge sulla mobilità, che sul trasporto pubblico ha un effetto pari a zero e che serve a ben poco, a parte giustificare il ben noto affetto che alcuni consiglieri regionali hanno per la propria poltrona (per il bene dei valdostani, ovviamente).

Mi spiace demolire le speranze di chi spende tanto impegno a raccontare gli straordinari risultati raggiunti: purtroppo per loro, esiste una realtà, fuori dal pianeta su cui loro vivono (Marte, Saturno, di certo non la Terra e non la Valle d'Aosta), in cui le loro discussioni sono talmente lontane dalla vita reale, che, se non influenzassero negativamente la vita di tutti noi, farebbero sorridere per la loro ingenuità.

La discussione di questi giorni, sulla legge elettorale, ne è l'emblema. I politici, anziché affrontare le reali problematiche della nostra Regione, si affannano a modificare le regole del gioco, nel disperato tentativo di conservare la poltrona un po' più a lungo. E' sotto gli occhi di tutti, di un'evidenza cristallina, che questa legistlatura è conclusa ormai da mesi: ma il terrore che il voto democratico sia diverso dalle aspettative, spinge i diversi partiti ad un ben poco democratico teatrino.

Non sono un amante della Lega, ma trovo aberrante che i partiti che ad essa si oppongano, anziché porsi l'ovvia domanda del perché la Lega trovi un consenso così grande, preferiscano arroccarsi ai propri scranni. Atteggiamento che non farà altro che favorire l'avversario tanto temuto... E trovo ancora più aberrante, che dopo decenni con un uomo solo al comando, si arrivi a proporre una legge elettorale di tipo presidenzialista, che ucciderà quel barlume di democrazia raggiunto con l'approvazione dell'attuale legge elettorale.

Non serve cambiare le regole del gioco, per dare un governo stabile e serio a questa regione. Bisogna diventare politici seri, che lavorano per il bene comune. e non solo per conservare la poltrona. Quando riuscirete a fare questo, non dovrete più essere così terrorizzati dal voto popolare.