Manuel Voulaz
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Obbligatorietà seggiolini con allarme: l'ipocrisia del fallimento
La legge che rende obbligatori i seggiolini con allarme anti-abbandono è la sublimazione del fallimento: il fallimento di una politica, che anziché indagare sul perché i genitori corrono il rischio di abbandonare i figli in macchina e andare alla radice del problema, produce una legge consumistica e confusa, che per l'ennesima volta scarica la responsabilità sulle famiglie, costrette ad adeguarsi.
Sia ben chiaro: qualunque ausilio tecnologico che migliori la nostra sicurezza e quella dei nostri piccoli è ben accetto, ma in questo caso il bene dei nostri bimbi dipende dalla qualità della vita dei loro genitori, perciò non si possono dimenticare tutti i problemi e le fatiche che questi ultimi vivono quotidianamente.
L'Organizzazione Mondiale della Sanità parla di allattamento materno, a richiesta ed esclusivo, per i primi 6 mesi di vita del neonato e negli ospedali viene promulgato, giustamente, questo messaggio. La realtà legislativa, però, vuole che le lavoratrici dipendenti abbiano il diritto all'astensione dal lavoro con stipendio al 100% per una durata complessiva di 5 mesi, 2 mesi prima del parto e 3 mesi successivi la nascita del bambino. Le libere professioniste invece rischiano di essere addirittura prive di diritti, in quanto datrici di loro stesse. Non è altamente ipocrita che da un lato lo stato inviti ad allattare i propri piccoli per 6 mesi e poi costringa le mamme a tornare a lavoro prima? Magari anche 8 ore al giorno e con forti pressioni da parte dei datori di lavoro?
Ma in fondo i figli si fanno in due, e quindi il ruolo che da sempre compete alla mamma potrebbe essere rivestito dal papà: peccato che il congedo di paternità sia di soli 7 giorni. Si pensi che in Spagna è di 8 settimane!
Grazie a questa politica i papà vengono estromessi praticamente subito dalle vite dei loro figli: i momenti assieme si riducono alla sera e nei fine settimana, ma questo di certo non aiuta ad alleviare i momenti di stanchezza e stress che si accumulano sempre più.
La stanchezza delle incombenze quotidiane, la pressione del lavoro, l'assenza magari dei "santi" nonni, la vita frenetica che ci viene imposta per "donare un futuro migliore ai nostri figli", ci distrae dalle priorità e può portare a momenti di disattenzione, fino a quei casi, tragici e dolorosi, di bimbi morti in auto a seguito di una dimenticanza.
E allora la domanda è: perché non fare leggi che tutelino i bambini garantendo loro la presenza dei genitori almeno fino all'anno di età? Perché non modificare le leggi sulla maternità e sulla paternità e fare in modo che anche i liberi professionisti ne possano usufruire? Perché non incentivare l'avvio di asili nido aziendali?
Bene quindi gli ausili che impediscano le tragedie, ma renderli obbligatori, con tanto di sanzioni, senza aver prima fatto leggi che supportino le famiglie, qualunque sia la loro composizione non è una conquista, ma un fallimento.